Il restauratore deve saper disegnare?
Nell’immaginario comune il restauratore è una figura professionale che, avendo a che fare con dipinti e pareti affrescati, sa necessariamente disegnare. Ciò che viene spesso raccontato del suo lavoro è infatti la parte più artistica, il lavoro con il pennello e la sua grande manualità.
E in effetti non si può negare che il restauratore abbia dimestichezza con la matita, che appunto sappia disegnare. Ma per quale scopo?
Pare difficile da immaginare, ma il disegno è molto di più che il solo mezzo espressivo e artistico con cui i pittori – soprattutto nell’antichità – impostavano la composizione delle loro opere. E può essere molto altro rispetto allo schizzo progettuale dell’architetto che immagina lo sviluppo di un edificio o di uno spazio.
Il disegno può essere uno strumento di analisi e studio. Cosa significa?
Si tratta di utilizzare la matita per capire la struttura di un’opera d’arte; osservare le forme che si sviluppano nello spazio e saperle riportare sul foglio bianco significa prima di tutto aver perfettamente inteso il loro funzionamento. Saper disegnare un oggetto, significa aver capito quell’oggetto. E solo dopo averlo capito, dopo che lo si conosce a fondo, si può pensare di poter progettare su di esso un intervento di restauro.
Per il restauratore, il disegno è il primo step di studio, il momento in cui ci si avvicina all’opera e si familiarizza con essa. A partire dal risultato di un buon disegno, si impostano le fasi del lavoro successive.
Per questo motivo, durante il percorso formativo di un restauratore è previsto un corso di disegno a mano libera, che insegna ai giovani studenti come osservare un’opera d’arte.
Durante l’anno accademico 2022/2023, la Scuola di Conservazione e Restauro di Urbino ha avuto l’opportunità di approfondire questa tematica con un professore d’eccezione, proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Kharkiv in Ucraina, Vitalij Zherdev.
Durante le esercitazioni, le studentesse del primo anno hanno imparato a scomporre le forme tridimensionali delle sculture, a misurarle a distanza e a riprodurle con un disegno a mano libera più tecnico che artistico, con l’obiettivo di conoscere l’oggetto senza doverlo toccare.
Oltre all’importantissimo scambio culturale avvenuto in un contesto politico internazionale molto delicato, è stata questa un’occasione di grande rilevanza accademica e formativa perché ha permesso di educare lo sguardo, allenare la capacità di analisi e scoprire come rendere un disegno a mano libera funzionale e propedeutico all’intervento conservativo.
Chi l’avrebbe mai detto che la prima attività di un buon restauro è quella di disegnare l’opera? Ebbene sì.
Non è finita qui. Il disegno svolge anche un altro ruolo centrale per l’intervento di restauro, di tipo documentativo. Ma non possiamo raccontare tutto in un solo articolo! Vedrai quante altre curiosità potrai leggere qui su Open Restoration!
– Francesca Gasparetto
Vitaliy Zherdev è un artista, pittore e ricercatore ucraino. E’ docente presso la Kharkiv State Academy of Design and Arts, dipartimento di Academic Drawing. E’ anche docente onorario della Sichuan Normal University, College of television and cinematic arts in Cina. In seguito al conflitto russo – ucraino, è stato visiting professor presso l’Università degli Studi di Urbino, Dipartimento di Scienze Pure e Applicate ed è attualmente visiting professor presso l’Università di Pisa. Nell’ambito del periodo di visiting presso Uniurb, ha realizzato alcune lezioni per l’insegnamento Disegno 1 all’interno del corso in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Esperto di arte e architettura ortodossa, ha realizzato diverse mostre delle sue opere e disegni, anche all’interno della Città di Urbino.