Il Polittico di Monte San Pietrangeli: un inquilino curioso
Tanti personaggi diversi ci sono nel Polittico di Monte San Pietrangeli, ben 33! E se avete perso l’articolo dove spiegavamo che cos’è un Polittico e che cosa raffigura quest’opera in particolare, lo potete ritrovare qui. Avevamo detto, un po’ scherzando, che sembra quasi di guardare dentro un antico condominio, con tanti inquilini diversi, ognuno inscritto nel suo spazio delimitato dalle colonnine tortili della ricca cornice dorata.
Ebbene, tra tutti questi inquilini, come li chiamiamo noi, uno in particolare ha catalizzato l’attenzione dei nostri lettori: è Santa Caterina d’Alessandria, il personaggio che si trova all’estrema destra del registro superiore del Polittico.
Santa Caterina d’Alessandria è una martire della tradizione cristiana, e proprio per questo motivo è raffigurata come una bella giovane che reca in mano una palma e una ruota dentata, simboli del suo martirio. Tuttavia, quello che sicuramente colpisce di più di questo personaggio, e che avrà colpito anche i nostri lettori, è la dolcezza del viso della Santa, la serenità dello sguardo. A guardarla bene, i più appassionati di arte penseranno subito ad un altro pittore ben più famoso di Vittore Crivelli ma attivo nelle Marche nello stesso periodo: sì, stiamo parlando di Perugino.
Senza addentrarci troppo in complesse questioni riguardo l’attribuzione del nostro Polittico, rimane però evidente quanto, almeno per questo viso, l’influenza Peruginesca sia importante. Accostando la Santa Caterina a coeve opere del Perugino, non rimangono dubbi rispetto a dove il nostro pittore abbia preso ispirazione: guardate come sono simili la forma ovale del viso, l’acconciatura spartita ai lati della fronte, il taglio degli occhi o la forma della bocca, per non parlare delle pieghe della veste o dello scollo del vestito. Una vera Madonna Peruginesca, quasi “travestita” da Santa Caterina!
Lasciando però da parte lo stile pittorico e le altre opere a cui il nostro Maestro si è certamente ispirato per questa Santa, altri dettagli di questo personaggio appaiono interessanti. Forse però “appaiono” non è il termine più corretto, perché si tratta di indizi sulla tecnica pittorica e sul modo di lavorare del nostro Maestro che non sono per nulla o quasi visibili ad occhio nudo, ma che risultano evidenti attraverso delle specifiche analisi sul dipinto che si chiamano multispettrali (Parleremo presto anche di questo argomento!).
Come una magia, quello che non vediamo alla luce naturale risulta evidente se proviamo a guardare la superficie dipinta con altre parti dello spettro elettromagnetico: ad esempio, all’infrarosso risultano ben visibili le pennellate dello sfondo, lasciando intendere che il nostro pittore abbia prima dipinto il corpo della Santa e in un secondo momento il fondo marrone e azzurro, scontornando i volumi già dipinti.
Sempre guardando il dipinto in infrarosso, o meglio in infrarosso falso colore (una tecnica di cui parleremo in seguito) si può notare un dettaglio curioso, quello che restauratori e addetti ai lavori chiamano un “pentimento dell’artista”. Infatti, la mano di Santa Caterina appare in parte colorata come la sua veste, indice del fatto che il pittore in un primo momento aveva progettato di realizzarla in una posizione più bassa e aveva quindi dipinto il fondo scuro della veste, per poi pentirsene e ridisegnare la mano nella posizione in cui la vediamo noi ora.
Riassumendo, Santa Caterina d’Alessandria è un personaggio molto interessante per lo studio sul Polittico di Monte San Pietrangeli, non solo perché permette di far luce sui riferimenti artistici del Maestro del Polittico, ma anche perché ci fornisce interessanti indizi sulla tecnica pittorica mediante la quale l’opera è stata realizzata (anche con qualche errore e pentimento!).
Lo studio e le analisi, più o meno invasive, che vengono svolte sulle opere permettono quindi davvero di formulare ipotesi più accurate circa la loro creazione e di intervenire nel modo migliore in fase di restauro. E allora, come sempre, seguiteci per sapere tutto quello che abbiamo scoperto…
-Veronica Tronconi
Il restauro del Polittico è stato possibile grazie a una collaborazione tra più enti. In particolare vogliamo ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, il Pio Sodalizio dei Piceni, l’ANCI Marche, Artifex international e i due team di ricerca dell’Università degli Studi di Urbino e dell’Università Politecnica delle Marche. Per UNIURB si ringraziano in particolare: Laura Baratin, Elvio Moretti, Giovanni Checcucci, Paolo Triolo, Maria Letizia Amadori, Lorenzo Marra, Valeria Mengacci, Luca Giorgi, Michele Papi, Maria Letizia Andreazzo, Alice Torreggiani, Benedetta Paolino. Per UNIVPM si ringraziano invece: Paolo Clini, Romina Nespeca, Francesca Gasparetto, Renato Angeloni, Luigi Sagone, Gianni Plescia.